Urban Shadows - EP 6 - Un nuovo inizio

San Lazzaro degli Armeni, la fede ed il sangue
Sesto episodio della campagna Maschere Veneziane di Urban Shadows (Magpie Games - download su Drivethrurpg), molto meglio della precedente. Sembra che abbiamo trovato i giusti compromessi... vedremo


I nostri eroi come al solito sono:
  • Vincent, il mago, giocato da Ivan
  • Bianca, la cacciatrice giocata da Francesca
  • Kaitothat (alias Ottaviano Falatin), il corrotto al soldo di Baphomet, giocato da Latham
Per maggiori notizie su di essi vedere gli episodi precedenti.

Scena 1 - Ma che ca##o sta accadendo?

Abbiamo iniziato la sessione partendo dal finale della precedente: gli assalitori hanno appena lasciato la casa del mago ed è il momento di tirare il fiato.

Dato che i giocatori vorrebbero giocare un gruppo un po' più coeso decidiamo di integrare questa scelta in gioco e dedicare la prima scena agli accordi tra di loro. 

L'idea di base è: "a Venezia sta accadendo un macello, ciascuno di noi da solo farà una brutta fine quindi, per ora, copriamoci le spalle a vicenda". Non sarà una convivenza facile ma potrebbe funzionare.

Vincent afferma che, almeno da suoi passati incontri con i lupi mannari, questi sono immuni alla magia oltre che alle armi normali. Sarebbe un problema quindi se il Molosso decidesse di vendicarsi.

La prima necessità è quindi quella di procurarsi armi d'argento. Bianca proverà a contattare i suoi colleghi "cacciatori" mentre Vincent ricorda di avere una reliquia nel suo sanctum che potrebbe fare a caso loro.

Doppio legame

Ci sono altri problemi da risolvere però... le statuette di Sekhmet ad esempio. Bianca propone loro di consegnarle ai cacciatori che le terrebbero comunque al sicuro, Vincent invece esclude categoricamente che queste possano cadere nelle mani dei mortali. Conta di aggiungerle alla sua collezione di reliquie.

Alla fine Vincent convince Bianca ad aiutarlo in questo senso chiedendole la restituzione di un favore, Bianca si trova quindi tra due fuochi: se non consegna le statuette a Tristano rompe la promessa fatta ma se non accetta la richiesta di Vincent si potrebbe inimicare la comunità magica.

Nota: ci siamo trovati davanti ad un dubbio questa volta, è possibile usare un debito per chiedere a qualcuno di non rispettarne un altro? comunque vada il malcapitato si troverebbe a tirare per non restituire un favore, cosa decisamente spiacevole. Più ci penso e più credo sia possibile... la vita è fatta di scelte, quelle di Urban Shadows sono più dure delle altre.

Un buon diavolo

Ottaviano, ancora senza poteri, sente che qualcosa sta cambiando; il passaggio infernale sembra aver risvegliato in lui qualcosa. Il problema è che in qualche modo la situazione attuale non è spiacevole, si sente debole ed indifeso ma prova dopo tanto tempo qualcosa che non sia rabbia ed odio. La corruzione infernale sbiadisce sempre più e il corrotto inizia a pensare che forse non tutto il male viene per nuocere.

Sente l'energia infernale crepitare sulla punta delle dita, il suo io demoniaco sbraitare per essere liberato dalla prigione della carne ma... sono eco lontani, qualcosa sepolto dentro di lui, sempre più in profondità.

Certo che non poteva scegliere  un momento migliore per restare senza poteri: tutti i vampiri di Venezia lo stanno cercando, per fargli la pelle.

Scena 2 - Il sanctum violato

Accantonata la faccenda delle statuette Vincent entra nel suo sanctum (che si trova in uno spazio extradimensionale) alla ricerca della reliquia contro i licantropi ma scopre che qualcuno ha provato a violarlo (tra i difetti del Sanctum ha scelto attira attenzioni ultraterrene e manca sempre un ingrediente o un pezzo). Tutte le protezioni magiche sono sparite e solo per puro caso nessuno è riuscito ad entrare, o almeno così spera.

La reliquia passa in secondo piano mentre il mago cerca di scoprire cosa sia successo. Decidiamo che, essendo casa sua e non legato alla fazione non si tratta di investigare un luogo di potere ma di un keep your cool. Ottiene un successo parziale.

Scopre che l'attacco è arrivato da un luogo di confine, una zona d'ombra che esiste tra il mondo dei viventi e quello dei morti. L'attacco è stato tanto potente ed accurato da far saltare tutte le protezioni magiche e riattivarle richiederà tempo. Crede però di poter bloccare futuri attacchi utilizzando polvere di ossa antiche come focus. Intanto riattiva, perdendo tempo, tutte le protezioni del caso e ne aggiunge alcune in grado di avvertirlo se qualcuno dovesse riprovarci.

Prima di uscire ricorda il motivo per cui era entrato e prende un antico gladio romano risalente all'epoca delle guerre con i Pitti lungo il Vallo di Adriano; il filo dell'arma è in argento e la lama ricoperta di rune magiche. Non ricorda cosa fanno ma sicuramente la daga è in grado di uccidere i licantropi.

Nota: invece di richiedere un pezzo o un ingrediente per attivarla ho preferito dotarla di proprietà non definite... una mossa dura che sta prendendo forma

Quando esce dallo spazio extradimensionale è già notte e tutti se ne sono andati; come passa il tempo quando ci si diverte!

Nel frattempo Ottaviano e Bianca, stanchi dell'attesa, decidono di darsi da fare.

Marco al Limbo

Ottaviano decide di risolvere il problema vampiri alla radice, indicendo una riunione con i vampiri in un luogo neutrale, il Limbo.

Naturalmente non ha idea di come contattare i vampiri, che nascondono la loro identità.

Decidono quindi di chiedere a Marco di consegnare un messaggio al Limbo, dove sapranno sicuramente a chi farlo arrivare. Nonostante utilizzino Marco come leva narrativa (è un Mago, quindi Power) la mossa attivata è hit the streets con la fazione Night (i vampiri, che vogliono contattare).

Dato che voglio che Marco sia più presente in gioco decido di fargli alzare un po' la testa. È disposto ad aiutarli ma vuole in cambio che Bianca convinca Vincent ad iniziare il suo addestramento come mago. Bianca accetta di provare almeno a parlarci.

Il tiro di Ottaviano è un successo, la riunione è fissata per la sera successiva.

Tristano

Bianca impiega il suo tempo cercando di procurasi dei proiettili d'argento. Dato che chiede ai suoi contatti tra i cacciatori utilizza hit the streets con Mortality. Sceglie di telefonare a Tristano che riesce a convincere a raggiungere Venezia per parlare delle statuette. 

Il cacciatore di demoni arriverà l'indomani (non gli piace l'idea di essere a Venezia senza preparazione di notte) e fornisce a Bianca il contatto di un suo uomo nella laguna. Padre Galvano, priore di San Lazzaro degli Armeni ed esperto occultista. Il tiro è un successo parziale, Padre Galvano ha alcuni problemi da risolvere.

Scena 3 - San Lazzaro degli Armeni

Bianca raggiunge l'isolato e disabitato monastero, accudito da soli tre monaci, uno dei quali è il cacciatore di demoni. Scopre che il luogo sembra ammantato da una qualche aura di sacralità, è piacevole e in qualche modo accogliente, mentre il vecchio combattente sembra preoccupato per alcuni strani sogni che riguardanti un vecchio pozzo della città "in odore di zolfo".

Mostra alla cacciatrice una antica mappa dove sono segnati i luoghi "satanici" della laguna (si, ho preso l'idea da Padre Alvise di Dampyr) e le indica il pozzo dal quale a suo dire qualcosa è uscito o sta cercando di uscire.

Il religioso offre rifugio alla cacciatrice nel monastero, in attesa dell'arrivo di Tristano.

Facciamo passare la giornata, anche gli eroi si riposano, e ripartiamo con la riunione al Limbo. Anzi no... Francesca è talmente presa dalla scena che quando dico che Tristano è arrivato chiede di giocare ancora qualche scambio di battute e... in pratica gioca un'altra scena.

Quante soddisfazioni.

Tristano si presenta con una scatola di munizioni d'argento, e due coltelli da tavola in argento opportunamente affilati; pure da fattorino gli tocca fare! poi i due iniziano a discutere e il cacciatore sembra irremovibile, le statuette devono entrare in suo possesso.

Afferma infatti di volerle usare per combattere una potente manifestazione demoniaca, nientemeno che un duca infernale, che potrebbe avere interessi sulla zona: Pazuzu.

Nota: sto cercando di mettere insieme i personaggi, una delle cose che ho fatto prima di questa sessione è stata rivedere le minacce ed organizzarle in modo che fossero più interconnesse.

Alla fine si accordano per un piano: Bianca farà in modo di distrarre i suoi compagni (naturalmente si è guardata bene dal dire a Tristano che Ottaviano è un Corrotto) portandoli ad investigare sul pozzo della visione di Padre Galvano e nel frattempo Tristano si occuperà di rubare le statuette e portarle in un luogo sicuro.

Scena 4 - Riunione al Limbo

Decido di creare una situazione caotica nella quale i vampiri si possano sentire a loro agio parlando con il mezzo demone che ha ucciso il loro principe: un compleanno fatato!

Prima di recarsi al Limbo Ottaviano consegna al Corrotto la daga romana, ma lui sembra non apprezzarla: "come dovrei portarmela dietro questa cosa?" per ora la terrà nel motoscafo, poi si vedrà, forse uno di quei tubi portadocumenti...

Vincent ed Ottaviano arrivano al limbo e trovano una bolgia infernale, praticamente tutti i tavoli sono stati uniti in una unica tavolata alla quale sono seduti quasi tutti i fatati cittadini, più alcuni che non hanno mai visto, tra i quali un tizio magro dal grande cappello nero. Che non degnano di più di uno sguardo. Il festeggiato sembra Keran, ma la quantità di alcool che già è stata versata basta per ottundere le percezioni al solo respirarne gli effluvi.

I vampiri sono riuniti in un gruppo ad un tavolo solitario, ce ne sono sette. Tutti tranne uno sono incappucciati e con il volto coperto da una maschera bianca, Mattia Contarini indossa un cappotto imbottito e porta sul volto una maschera da dottore della peste; il Molosso è alle sue spalle. E difficile riconoscere i vampiri così camuffati, sicuramente Tremere non è tra loro (è molto alto) e uno solo si discosta dagli altri perché pingue.

Vincent resta in piedi ad una certa distanza mentre Ottaviano si siede tra i vampiri. Il discorso che ne segue è piuttosto divertente, il corrotto cerca di impressionarli e minacciarli senza negare di aver ucciso il loro principe o di giustificarsi. Tra l'altro insulta apertamente Mattia dandogli le spalle e rivolgendosi agli altri. Il concetto è semplice, se vi intromettete nei miei affari siete morti, definitivamente, ho ucciso il più forte tra di voi che altre prove vi servono? Naturalmente si guarda bene dal dire che non ha più poteri.

Decidiamo quindi che sta cercando di cavarsi dagli impicci (o creare una occasione per una fuga da una situazione utilizzando confondere/raggirare) ma i dadi sono implacabili ed ottiene un fallimento.

Il vampiro più in carne si alza e deride il corrotto affermando davanti a tutti che questi ha perso i favori del suo patrono infernale. Nel frattempo la festa degenera e le fate iniziano a fare baldoria per il locale, Keran apostrofa i vampiri con un "forza cadaveri, anche se non vi si rizza più almeno una birra con noi ve la potete fare".

Vincent nota che la cosa è stata troppo improvvisa per non essere concordata prima e mentre i vampiri colgono l'occasione per minacciare Ottaviano e  allontanarsi in tutta fretta qualcuno gli si avvicina alle spalle; il tempo sembra fermarsi, tutti restano congelati e le sensazioni si fanno ovattate: "Il Conclave non sarà contento della situazione, schierarsi con un Corrotto contro l'establishment della città non è la mossa che ci saremmo aspettati da te". Poi il tempo ricomincia a scorrere e Vincent vede uno dei maghi cittadini, Mattia Padoan (il trafficante di oggetti magici) che si allontana.

Scena 5 - Il cimitero di San Michele

L'ingresso del cimitero
L'ultima scena della sessione vede il gruppo riunito al cimitero di San Michele sull'isola omonima, Vincent deve trovare delle ossa antiche per il suo rituale che ritiene una priorità, ed ha portato gli altri con se. Ottaviano resta fuori dai cancelli facendo la guardia mentre mago e cacciatrice cercano una cappelletta abbastanza antica da saccheggiare.

Bianca consegna a Ottaviano uno dei suoi pugnali d'argento ed il corrotto sembra apprezzarlo più della spada magica, almeno per la maneggevolezza.

Nota: Bianca avrebbe dovuto distrarli portandoli al pozzo, non ne ha avuto bisogno. Meglio così, si è cavata dagli impicci senza rifiutare favori a nessuno.

Ho la tentazione di far tirare per un investigare un luogo di potere ma preferisco evitarlo perché siamo a fine serata ed in fondo i fantasmi posso metterli in gioco in un'altra volta.

Faccio parlare i due tra loro mentre cercano tra le urne cinerarie e Bianca intercede come promesso per Marco, i due discutono e l'occasione sembra ghiotta per una mossa di intimità. Quella di Bianca le consente di fare una domanda alla quale avrà risposta onesta, domanda che sarà ricambiata.

Chiede a Vincent: "Conto qualcosa per te?" e lui, impassibile, risponde "Ho quasi un millennio sulle spalle, te sei una mortale, ne ho visti passare tanti come te. No, non significhi nulla per me. Parliamo del tuo amico cacciatore... "
Bianca riesce a rispondere alla domanda con l'abilità di un fatato, la risposta è diretta ma riesce ad evitare il punto importante.

Per la precisione Vincent, sapendo dell'esistenza del cacciatore (Padre Alvise) dal quale Bianca sarebbe andata a cercare le armi d'argento, le ha chiesto se questi le avesse detto anche altro e lei ha risposto in merito al varco magico che sembrava essersi risvegliato e del fatto che sarebbe stato opportuno investigare.

Bianca ha potuto quindi tenere nascosto Tristano e il suo interesse per le statuette, Pazuzu e i demoni.

Nota: forse avrebbe dovuto dirgli anche che Padre Alvise è un cacciatore di demoni... avrebbe sicuramente creato gioco.

La mossa di intimità di Vincent richiede che la persona con cui parla sia importante per lui, evidentemente non lo è quindi decidiamo di ignorarla.

Vincent trova quanto gli serve e qui chiudiamo la sessione.

Considerazioni finali

Questa sessione è andata molto meglio della precedente e nonostante abbia fatto di tutto per farli giocare insieme, come da loro richiesta, si sono separati di propria iniziativa!

L'avventura è fluita molto più naturalmente e credo siamo riusciti a fare solo i tiri strettamente necessari, ci stiamo finalmente prendendo la mano. Urban Shadows è un gioco più complesso di quel che pensassi ma ci piace molto.

Dato che il gruppo gioca più unito e ha meno opportunità di fare mosse di fazione oltre al non fare la mossa di inizio sessione ho deciso di assegnare a ciascuno di loro un punto in una fazione a fine di ogni sessione. Questo ha un doppio effetto, permette a loro di avanzare il personaggio e a me di sapere con quali fazioni non vogliono avere a che fare in futuro, oltre a creare spunti di gioco. Vincent ad esempio ha ottenuto un nuovo avanzamento e potenziato il Sanctum, ma di questo parleremo la prossima volta.




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